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Ricreare la Rete Nazionale della Vivaistica Forestale

Ricreare la Rete Nazionale della Vivaistica Forestale

In collaborazione con l’Accademia Italiana di Scienze Forestali, la Fondazione Alberitalia, l’ANARF e le Associazioni vivaistiche italiane, l’Accademia dei Georgofili ha organizzato per il 30 marzo 2023 una Giornata di studio su come “Ricreare la rete nazionale della vivaistica forestale”. L’obiettivo, quello di indicare le possibili soluzioni a specifiche e prioritarie tematiche del comparto.

L’incontro si è tenuto a Firenze, per promuovere e favorire il dialogo tra “vivaismo forestale” e “vivaismo ornamentale”, ambiti caratterizzati da aspetti sovrapponibili e da altri fortemente differenziati.

Se sul PNRR si è arrivati col fiato corto, si potrà fare di meglio con i nuovi obiettivi europei per il restauro delle superfici forestali danneggiate, da recuperarsi entro il 2050. A patto che si programmi per bene, con un robusto supporto tecnico-scientifico, che si organizzino una governance pubblica ampiamente partecipata e una rete che rilanci la vivaistica pubblica in modo questa “dialoghi” con quella privata.

E’ quanto è emerso nel corso della Giornata di Studio su “Ricreare la rete nazionale della vivaistica forestale” del 30 marzo scorso, svoltosi a Firenze presso le Logge Uffizi Corti dell’Accademia dei Georgofili e moderato da Raffaello Giannini.

L’incontro, promosso dalla stessa Accademia dei Georgofili, è stato organizzato in collaborazione con l’Accademia Italiana di Scienze Forestali, con la Fondazione Alberitalia, con l’ANARF e con le Associazioni vivaistiche italiane. Un’occasione per fare il punto sul comparto vivaistico, i cui limiti sono stati messi particolarmente a nudo dalle accelerazioni imposte dai tempi ristretti dell’attuazione degli interventi di piantagioni di specie forestali finanziati dal PNRR nelle città metropolitane.

Proprio sull’importanza dell’attività vivaistica forestale l’Accademia dei Georgofili aveva posto l’accento attraverso uno specifico documento elaborato meno di un anno fa dal Gruppo di Lavoro sulla “Strategia Forestale Nazionale”. Si è trattato di un documento politico-programmatico - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e primo del suo genere - nel quale si sottolineava tra l’altro l’importanza di investire con celerità per poter disporre di materiale di propagazione certificato da impiegare nel miglioramento qualitativo dei nostri boschi.

E non solo. La questione dell’importanza di un’efficace copertura arborea offerta dagli ecosistemi forestali e dal verde urbano per attenuare gli effetti negativi legati ai cambiamenti climatici e al dissesto idrogeologico, ha indotto negli ultimi anni frequenti appelli ad un “pianeta verde”. E quindi a piantare miliardi alberi.

Sono stati dati i numeri - si è detto nell’incontro dei Georgofili - in tutti i sensi. Il comparto vivaistico, a parte alcune eccezioni, per la parte forestale sconta una sostanziale dissoluzione del “pubblico”, mentre il privato non ha ancora una sufficiente esperienza. Formazione tecnica degli addetti tra le priorità, quindi, con il coinvolgimento delle strutture di istruzione pubbliche e delle organizzazioni professionali.

Ma sul tavolo dell’incontro di Firenze sono finite anche le questioni del riordino e della gestione delle aree di provenienza del materiale di propagazione e la definizione degli aspetti gestionali. Senza parlare della necessità di implementare e aggiornare la normativa per il controllo e la certificazione del materiale di propagazione e del suo stato fitosanitario, e il rafforzamento del ruolo della Commissione tecnica ministeriale, con l’obiettivo di coordinare le diverse iniziative e competenze con le Regioni e le Province Autonome.

Torna allora di incredibile attualità la road map di RI-VIVA-FOR, il Manifesto promosso meno di un anno fa dalla Fondazione Alberitalia, da SISEF e da ANARF per il rilancio delle attività vivaistiche forestali in sintonia con l’Azione Specifica 3 - Risorse genetiche e materiale di propagazione forestale della Strategia Forestale Nazionale (SFN). I quattro “pilastri” del documento RI-VIVA-FOR (ricerca e sviluppo, governance, partenariato attivo, formazione e comunicazione) evidenziano – si è detto nell’incontro - il necessario coinvolgimento di tutti gli attori del comparto, e diventano riferimento per sensibilizzare i decisori nazionali e locali sull’importanza strategica del settore vivaistico forestale.

“Il sistema vuole ripartire, dopo anni di nulla. Lo ha affermato nelle conclusioni Alessandra Stefani, Dirigente Generale del DIFOR, La Direzione Generale per la Valorizzazione dei territori e delle foreste del Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. “Sono tantissimi gli attori – ha detto - e abbiamo bisogno di coordinarli per programmare meglio”.

“Il coordinamento del settore vivaistico in relazione agli obiettivi del PNRR – ha detto ancora Stefani - per ora non ha prodotto buoni risultati. Ma anche in passato non è andata meglio, se pensiamo all’obiettivo mancato del Regolamento 2080 oppure agli ingressi di patologie dall’estero”.

Ma non ci sono soltanto PNRR e PAC. In sede europea si sta discutendo di un progetto di restauro delle superfici forestali danneggiate, con una prospettiva fino al 2050. “L’intenzione – ha detto Alessandra Stefani – è quella di affidare a ciascuno Stato membro la redazione, in collaborazione con le Regioni, di piani per il ripristino e il restauro delle superfici danneggiate, per creare una sorta di gerarchia degli interventi per tipologie di urgenze, con spazi prioritari da recuperare entro il 2030 e tutti gli altri entro il 2050. Ci sarà ovviamente da discutere sul concetto di foresta degradata, ma con un solido supporto scientifico ci sarà tempo per fare programmazione corretta anche del settore vivaistico e privato”.

Fondamentale diventa allora la governance. Secondo Alessandra Stefani, il Ministero dell’ambiente non potrà essere lasciato fuori dai tavoli per il suo ruolo fondamentale come, ad esempio, i nuovi boschi da seme nelle aree protette. Ma anche il Ministero dell’Istruzione dovrà essere coinvolto, se solo si pensa ai sistemi di istruzione professionale di cui si avverte la necessità.

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