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Relazioni tra acqua, foreste e agricoltura a 100 anni dalla Legge Serpieri

Relazioni tra acqua, foreste e agricoltura a 100 anni dalla Legge Serpieri

A ridosso della Giornata internazionale delle Foreste e Giornata mondiale dell’acqua, che si celebrano rispettivamente il 21 marzo e il 22 marzo di ogni anno, il 23 marzo 2023 Confagricoltura ha organizzato il convegno “1923 - 2023: Cento anni di relazioni tra acqua, foreste e agricoltura”.

L’incontro, costruito in collaborazione con la Fondazione AlberItalia, la SISEF (Società Italiana di Selvicoltura ed Ecologia Forestale) e l’Accademia Italiana di Scienze Forestali, si è tenuto a Roma, e ha proposto appunto a 100 anni di distanza dalla Legge Serpieri (R.D. 30 dicembre 1923 n. 3267) una riflessione molto partecipata sulle priorità nel rapporto tra acqua, campagna e foreste, e sulla grande attualità della visione di Arrigo Serpieri per la gestione del territorio.

“Se potessi fare quello che Virgilio ha ‘concesso’ ad Enea, cioè richiamare qualcuno dal regno delle ombre, a parte i miei familiari richiamerei Arrigo Serpieri. Per farmi spiegare come si faccia ad avere un pensiero così “lungo”, una visione sulla tutela delle foreste e delle acque così profonda che ancora oggi ci racconta come dobbiamo immaginare la risposta alla complessità del tempo”.

Arriva forte e coinvolge, nelle sue riflessioni, l’emozione di Alessandra Stefani. Lei è Dirigente Generale del DIFOR, La Direzione Generale per la Valorizzazione dei territori e delle foreste del Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, ed è stata chiamata a concludere il Convegno di Confagricoltura “1923-2023: cento anni di relazioni tra acqua, foreste e agricoltura”, che si è tenuto il 23 marzo a Roma, a Palazzo della Valle, sede storica della Confederazione. La legge in questione è la 3267 del 1923, la cosiddetta Legge Serpieri sul “Riordinamento e riforma della legislazione in materia di boschi e di terreni montani”. E per l’occasione, neanche a dirlo, per l’incontro è stata scelta la straordinaria Sala Serpieri, con il soffitto a cassettoni con rosoni, girali e putti dorati, e le pareti interamente affrescate e aperte su paesaggi agresti.

L’evento di Roma è stato organizzato da Confagricoltura in collaborazione con la Fondazione AlberItalia, con la SISEF - Società Italiana di Selvicoltura ed Ecologia Forestale, e con l’AISF - l’Accademia Italiana di Scienze Forestali, oltre che con il Consiglio dell’Ordine dei dottori Agronomi e Forestali e con il Collegio Nazionale degli Agrotecnici e Agrotecnici Laureati. Al centro del dibattito su foreste e agricoltura, con l’acqua a fare da filo conduttore, innanzitutto l’uomo: Arrigo Serpieri. Bolognese di nascita, agronomo ed economista, Serpieri fu tra l’altro sottosegretario del Ministero dell'agricoltura e delle foreste, presidente dell'Istituto nazionale di economia agraria e presidente dell'Associazione nazionale dei consorzi di bonifica.

L’incontro di Confagricoltura non è stata solo una celebrazione, ma l’occasione per ribadire attraverso contributi tecnico-scientifici quanto quelle idee riformiste sulla gestione del territorio siano ancora assolutamente attuali. Se ai 185 articoli della Legge Serpieri del ’23 – si è sottolineato nel corso della giornata - aggiungiamo i 193 di quella del ’26 per il riordinamento e la riforma della legislazione in materia di boschi e di terreni montani, e una quota parte di quelli abrogati e poi trasfusi nella legge del ’33, otteniamo un’architettura di circa 400 articoli pensati di fatto tutti insieme. “E diventati poi parte integrante delle applicazioni locali per provincia, per quota, per stagione, per specie forestale, per forma di governo, arrivando così a un dettaglio finissimo”.

La Legge Serpieri del ’23 – è emerso chiaramente dagli interventi – ha fatto la differenza. Ancora oggi è l’architrave a cui si agganciano le leggi regionali, perché è riuscita ad andare oltre la frammentazione della governance e ha guardato al territorio partendo dalle esperienze dirette. Un rimboschimento ben pensato, una gestione forestale attenta, una pianificazione che passi dalla montagna alla pianura e dalla foresta al mare, un sistema di vincoli - che pure possono essere ripensati in modo meno coercitivo - e di incentivi, un sistema di controlli, sia pure ammodernato: erano e restano i cardini di una gestione oculata delle risorse del territorio.

“Quando le regole sono condivise, dal basso – ha concluso Alessandra Stefani – e si accompagnano alla scienza, alla buona tecnica, ad una condivisione di obiettivi, e poi si arriva a scendere nel dettaglio, si vincono tutti insieme le sfide anche forti come quelle dei cambiamenti climatici. E’ fondamentale scendere nel dettaglio, ma senza perdere di vista la visione collettiva, perché il pianeta è uno solo, come la salute dell’umanità tutta”.

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